COLLISIONE DI CORPI
What the
Body Does Not Remember (Cosa il corpo non ricorda) di Wim Vandekeybus
Teatro delle Muse, Ancona,
22 febraio 2013.
1987: Wim Vandekeybus crea What the Body Does Not Remember (Cosa il corpo non ricorda) per la sua compagnia Ultima Vez a Inteatro, Polverigi (Ancona). La coreografia ha un successo internazionale e dichiara il coreografo fiammingo una delle voci più interessanti ed eccitanti del panorama della danza contemporanea.
1987: Wim Vandekeybus crea What the Body Does Not Remember (Cosa il corpo non ricorda) per la sua compagnia Ultima Vez a Inteatro, Polverigi (Ancona). La coreografia ha un successo internazionale e dichiara il coreografo fiammingo una delle voci più interessanti ed eccitanti del panorama della danza contemporanea.
2013: Vandekeybus torna
nelle Marche e presenta di nuovo questo pezzo che risulta altrettanto provocatorio
e stimolante ed è accolto da un pubblico entusiasta.
I corpi entrano in
collisione in questo lavoro pieno di energia. Corrono da un lato all’altro del
palco, corrono uno contro l’altro, camminano, saltano e lottano freneticamente
in un’atmosfera di instabilità e alienazione. Ci sono almeno sei differenti
sezioni sottolineate da temi legati a movimenti, luci e oggetti. La prima
sezione è assolutamente straordinaria, con due file di riflettori sui due lati del
palco posizionati a terra e due danzatori che si muovono tra di essi. Il loro
movimento poi cade sotto il controllo sonoro prodotto da una danzatrice che
batte o anche sfiora le mani su di un tavolo in fondo al palco al centro. È un
effetto ipnotico affascinantissimo.
Un’altra sezione presenta tutti e nove i danzatori del pezzo che interagiscono con dei mattoni bianchi di
dimensioni differenti. Stanno in piedi sopra di essi, se li lanciano, li lanciano in
aria, ci costruiscono delle piccole strutture. Se da un lato l’atmosfera
ricorda quella giocosa di un circo, dall’altro lato l’incapacità dei danzatori
di stabilire contatti duraturi crea un senso di disorientamento.
Il tipo di
movimento creato da Vandekeybus sembra all’apparenza approssimativo e
impreciso, aggressivo e veloce, ma è il risultato di una studio molto attento. In un’altra
sezione i danzatori camminano dal fondo del palco a sinistra fino al proscenio
a destra indossando, giocando con e lanciando asciugamani colorati. È un pezzo
ironico dove il vestirsi e svestirsi rappresenta un escamotage ingegnoso e
dinamico.
Vandekeybus
è davvero bravo ad ottenere il massimo dagli oggetti, come mattoni o anche
sedie, che rappresentano il cuore di un’altra sezione di nuovo caratterizzata
da una buona dose di ironia. In una frase coreografica un uomo siede su di una
delle due sedie bianche in scena e una ragazza arriva e si siede sulle sue
ginocchia. Si addormenta ed egli si toglie la sua maglietta senza svegliarla. È
un duetto tenero dove un insolito Vandekeybus emerge rispetto alle danze dure
che mostra nel resto dell’opera.
In ancora un'altra sezione vi sono tre coppie che mostrano una qualità di movimento drasticamente diversa, con le danzatrici che ripetutamente assumono la postura di stare in piedi con piedi e braccia in seconda posizione mentre i loro partner maschili toccano i loro corpi. L'insistenza di Vandekeybus su questa relazione tende a reificare un po' troppo il corpo femminile, le danzatrici avrebbero potuto eseguire lo stesso pezzo sui corpi dei loro parnter, ma non lo fanno. Secondo Judith Mackrell, "Vandekeybus non scrive in maniera particolarmente ingegnosa per le donne" e forse questo è un buon esempio.
In ancora un'altra sezione vi sono tre coppie che mostrano una qualità di movimento drasticamente diversa, con le danzatrici che ripetutamente assumono la postura di stare in piedi con piedi e braccia in seconda posizione mentre i loro partner maschili toccano i loro corpi. L'insistenza di Vandekeybus su questa relazione tende a reificare un po' troppo il corpo femminile, le danzatrici avrebbero potuto eseguire lo stesso pezzo sui corpi dei loro parnter, ma non lo fanno. Secondo Judith Mackrell, "Vandekeybus non scrive in maniera particolarmente ingegnosa per le donne" e forse questo è un buon esempio.
E allora cos’è
che il corpo non ricorda? È un movimento quotidiano tipo indossare un
asciugamano, stare seduti su di una sedia? O è l’importanza di comunicare,
di stabilire contatti fra le persone? Forse nessuna di queste cose e tutte
quante allo stesso tempo. Ho davvero apprezzato la collisione di corpi e il
senso di precarietà (ancora oggi così attuale!) implicito nel pezzo. Il lavoro è incredibilmente bello e idanzatori una vera meraviglia.
Questo evento
è stato organizzato anche dall’Amat e dal Comune di Ancona.
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