Incontro ideato da Maria Cristina Esposito,
in collaborazione con Rosella Simonari, dedicato al rapporto fra Letteratura e Danza. Parte del festival Volta la Carta, Libri
e non solo a L'Aquila:
Il poeta racconta la danza. La
danzatrice racconta il poeta
“Il secondo mestiere del poeta. Eugenio Montale
racconta la danza”
Maria Cristina Esposito
Maria Cristina Esposito
Eugenio Montale iniziò a collaborare con il Corriere
della Sera nel 1946 divenendo due anni dopo redattore della pagina letteraria,
incarico al quale si aggiunse nel ’54 quello di critico musicale per il
Corriere dell’Informazione mantenuto fino al ’67. Montale potè vantare
competenze specifiche in campo musicale: aveva infatti studiato canto col
baritono Ernesto Sivori. A questa affiancò la predilezione per il balletto
classico, in virtù dell’adesione ad un modello di purezza formale. Ma invano
cercheremmo nelle prose artistiche e musicali di Montale lo spunto per una riflessione
di ordine critico o teorico sui linguaggi e gli stili della danza, che il poeta
sostanzialmente non conosce. Atteggiamento, questo, che non si discosta da una
certa cultura musicale tipica dell’epoca, che a fatica riconosceva le
possibilità espressive e drammatiche dei linguaggi della danza nella loro
assolutezza e nella loro autonomia. Del resto, se Montale non era solo
all’epoca nel mancare di conoscenze adeguate a comprendere e valutare la danza
teatrale, va tuttavia colta la lucidità intellettuale con la quale si definiva
un “onesto ignorante”, prestato alla critica e al giornalismo nella
consapevolezza della impossibilità che “i poeti possano mettere la pentola al
fuoco senza perdere gli anni migliori in un altro mestiere”.
“Letter to the World. Martha Graham racconta Emily
Dickinson”
Rosella Simonari
Rosella Simonari
Nel 1940-41 la coreografa nordamericana Martha Graham ideò Letter to the World (lettera al mondo), un’opera
dedicata alla poesia di Emily Dickinson, figura di primo piano nel panorama
letterario nordamericano. In particolare, decise di indagare quello che ella
stessa definiva il “paesaggio interiore” della poeta, ossia l’inconscio alle
prese col fare poesia. Graham selezionò una serie di versi e frasi dalle poesie
e lettere dickinsoniane per farle recitare in scena da un personaggio ad hoc,
Colei Che Parla. A fianco di questo personaggio inserì la protagonista danzante
dell’opera, Colei Che Danza che interpretava l’animo creativo della poeta. Gli
altri personaggi non rappresentavano figure reali ma emanazioni della
personalità di Dickinson, come L’Antenata, che interpretava la tradizione
puritana e la morte e L’Innamorato, che incarnava l’idea dell’amore e il
rapporto fra la poeta e il mondo. I versi dickinsoniani scandivano le frasi
coreografiche e collegavano con eleganza le cinque sezioni in cui è divisa
l’opera. Letter to the World fornisce
una chiave interpretativa di Dickinson intensa e raffinata, soprattutto se si
pensa che in quel periodo gli studi critici su di lei erano agli albori.
DOVE: Piazza Grande, L'Aquila
QUANDO: 3 ottobre 2012, ore 17.15
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