giovedì 4 novembre 2021

Costruire un giardino fatto di endecasillabi cinetici: Paradiso di Virgilio Sieni

Foto di Renato Esposito.

Tornare a teatro per vedere uno spettacolo di danza è stata una grande esperienza, colma di emozioni e eccitazione. Ringrazio quindi subito la mia amica Stefania Zepponi per avermi convinto a andare con lei. Siamo andate a Pesaro, al Teatro sperimentale il 13 ottobre a vedere Paradiso di Virgilio Sieni. È stata una notte fredda e ventosa che non ha diminuito però la nostra voglia di vedere una performance dal vivo.

Il lavoro di Sieni si ispira solo formalmente al Paradiso di Dante, in quanto riprende il suo uso degli endecasillabi e lo trasforma in movimento, “lo spettacolo è la costruzione di un giardino. Tutto avviene cercando nel respiro delle piante la misura per costruire un giardino dove poter depositare la memoria della danza”. È una narrazione minima, ma molto efficace. Presuppone una sorta di relazione simbiotica fra danzatori e piante e più di una volta i danzatori eseguono la verticale con le gambe piegate come a richiamare il fiorire delle piante.

La danza può essere suddivisa in tre parti:

1 – Cinque uomini a torso nudo danzano con quattro piante in mano;

2 – Cinque uomini con indosso delle t-shirt danzano insieme senza piante;

3 – Cinque uomini a torso nudo danzano con molte piante, costruendo un giardino.

La prima parte inizia con un palco quasi al buio dove, pian piano, alcune piante sono visibili. Presto si comprende che sono piante in vaso portate da danzatori. Inizialmente formano un ammasso dove è difficile vedere sia i danzatori che ogni singola pianta. Poi l’ammasso si scioglie anche se i danzatori spesso rimangono in gruppo e seguono il danzatore che non ha una pianta. La musica, composta da Paolo Damiani, è di carattere ipnotico. Si tratta di una sezione un po’ statica ma molto evocativa dell’amore che Sieni propone.

Come scrive nel programma, “lo spettacolo non riporta la parola della Divina Commedia di Dante, non cerca di tradurre il testo in movimento ma si pone sulla soglia di una sospensione, cerca di raccogliere il gesto primordiale, liberatorio e vertiginoso dell’amore”. Si tratta di amore in generale? Amore tra esseri umani? O amore per la natura?

Nella seconda parte ci sono frasi più dinamiche con alcune di loro danzate lentamente come se al pubblico fosse chiesto di guardare a ogni singolo dettaglio del corpo che si muove. La musica diviene più ritmata.

La terza parte presenta molte piante sullo sfondo con i danzatori che lentamente prendono una pianta alla volta per portarla in avanti sul palco. È una sezione corale con momenti di assolo dove la musica torna a essere piuttosto ipnotica.

“La coreografia è costruita per endecasillabi di gesti” e le frasi cadenzate, alcune delle sequenze che vengono ripetute e il raggrupparsi e disperdersi dei danzatori potrebbe rappresentare il lavoro che Sieni ha fatto per tramutare l’endecasillabo dantesco in movimento. C’è di più in quanto “i versi della danza ritrovano il risuonare della rima da una terzina all’altra”, richiamando in questo la terzina incatenata di Dante. È un punto di vista che osa in modo convincente. L’idea della costruzione di un giardino è inoltre molto interessante e le danze con le piante piene di pathos e suggestive.

Tuttavia non è chiaro perché Sieni abbia scelto cinque uomini per danzare questa coreografia. Le donne sembrano escluse dal suo Paradiso. Anche se non ne scrive nel programma, la sua scelta emerge come strana e poco chiara. Come ha sottolineato Ramsay Burt, la rappresentazione di genere nella danza non è irrilevante e anche un punto di vista soprattutto formale la dovrebbe prendere in esame in quanto la danza non è un’arte neutra.

 

4 novembre 2021

sabato 9 ottobre 2021

Un'estate ricca di impegni

Presentazione del libro su Spadolini a Jesi.
La scorsa estate è stata piena di impegni. Provo qui ora a raccontarli. Prima di tutto il 30 giugno c’è stata la presentazione del mio libro Alberto Spadolini, Apollo della danza a Jesi, presso lo spazio comune TNT a cura della Libreria indipendente Sabot. È stata la prima presentazione in presenza e è stato emozionante vedere diversi amici e amiche e parenti partecipare. Abbiamo parlato di Spadolini e, attraverso il suo lavoro, dell’uomo che danza e delle implicazioni che questo comporta ancora oggi, di blackface nella danza e di tanto altro.

Poi il 3 luglio c’è stato Le scissure del covid, progetto a cura di Hexperimenta di cui faccio parte e ideato assieme a Stefania Zepponi. È stato un evento ospitato da FACE OFF FESTIVAL DIFFUSO / INCONTRO TRA LA DANZA E LA CITTA' in collaborazione con Associazione Circolo di Piazza Alta / Sarnano Turismo / Comune di Sarnano. Qui di seguito la descrizione:

ll covid-19 ha provocato crisi, vuoto e morte. Ci ha chiuso in casa, ha allontanato i corpi gli uni dagli altri. Il distanziamento ci ha segnato dentro in maniere che ancora non possiamo veramente riconoscere, e, fuori, in un balbettio della vicinanza a cui aspiriamo ma che non siamo più sicuri di come si possa vivere. Come in tutti gli accadimenti della vita nel circuito della negatività si sono però fatti strada degli aspetti positivi; ad esempio si è posta maggiore attenzione allo spazio, al modo in cui i corpi occupano lo spazio e, vivendolo, si relazionano tra di loro: in pratica la prossemica che tanto ci dice su chi siamo e i sui nostri relativi comportamenti. La danza è movimento dei corpi nello spazio e nel tempo; quindi quali occhi migliori per leggere questo particolare aspetto di un passato così vicino e di un presente incerto? 

 Come ha sottolineato Rosella Simonari nell’articolo “Coreografare il presente”, ripensare i corpi nello spazio è materia coreografica proprio perché la danza e la coreografia lavorano sulla consapevolezza del corpo nello spazio e su come esso si possa muovere al suo interno. Abbiamo fatto file davanti ai supermercati mantenendo la distanza di sicurezza, siamo stati fermi ad attendere senza sapere che in quel momento stavamo occupando uno spazio e segnandolo con la nostra presenza. Abbiamo creato coreografie dello stare in piedi senza esserne consapevoli. E poi, nel momento in cui toccava a noi, ci siamo spostati camminando, eseguendo quello che Alessandro Pontremoli definisce il grado zero della danza.

Su queste suggestioni la nostra proposta con semplicità vuole rimettere al centro il corpo, riaffermare la sua necessità di situarsi e riconoscersi, ridonargli la bellezza della sua esistenza e della sua capacità di donare bellezza, nell’osservazione come nel fare.

Proponiamo un evento che si situa a metà tra l’incontro conviviale e il performativo cercando il coinvolgimento del pubblico che per volontà o occasione fortuita sarà presente. Il suo intento non è tanto quello di mostrare qualcosa, quanto quello di oggettivare e quindi far riflettere in maniera creativa sulle tracce che il COVID ha lasciato nell’archivio della nostra memoria.

Nella prima parte è prevista una chiacchierata informale tra Stefania Zepponi e Rosella Simonari che, a partire dall’articolo citato, guideranno il pubblico presente fornendo strumenti di osservazione e di riflessione sullo spazio, la relazione, le emozioni. Si chiederà al pubblico intervenuto di estrapolare da quanto emerso alcune parole chiave; ne verranno estratte a sorte 5 e verrà chiesto agli intervenuti di esplicarle in un gesto. I 5 gesti verranno montati live in una Line, sull’esempio delle Line di bausciana memoria, che verrà insegnata ai presenti e che quindi verrà danzata insieme. Ne nascerà una COVID LINE che per sua struttura contiene il distanziamento e che conterrà le tracce di quanto vissuto in questo strano periodo.

L’evento è stato partecipato e pieno di spunti interessanti derivati dall’interazione con chi vi ha preso parte.

Il 7 luglio e 11 agosto ci sono stati gli Aperitivi in danza, sempre a cura di Hexperimenta e Stefania Zepponi in collaborazione con ARCI, Lazzabaretto cinema e Comune di Ancona:

Conversazioni semiserie con il pubblico intorno alla danza partendo da film che con la danza hanno a che fare.

- 7 luglio ESTATE '85

- 11 agosto DANCER IN THE DARK

conducono Stefania Zepponi e Rosella Simonari

Partendo dai film, parleremo della funzione sociale della danza, confronteremo le esperienze, creeremo una piccola coreografia che celebri la condivisione del momento.

Seguirà la proiezione del film nell’Arena Cinema Lazzaretto

Si è trattato di due film importanti per i discorsi sulla danza, il primo ci ha portato a riflettere sulla danza come rito per esorcizzare la morte, mentre il secondo ci ha permesso di parlare dei musical e dell’antimusical che è Dancer in the dark

 Il 12 agosto c’è stata la seconda presentazione in presenza del mio libro ad Ancona presso l’Edicola a cura di Affinità Elettive, la mia casa editrice e condotta da Stefania Zepponi. Anche in questo caso l’emozione era tanta e gli argomenti presi in rassegna interessanti, come il metodo di scrittura del libro e un raffronto fra questo lavoro e il mio precedente su Martha Graham.

Infine il 15 settembre c’è stata la prima presentazione del podcast Scissure a Montecosaro, in occasione dell’apertura dell’Alloggiando Art Fest, un festival di danza contemporanea “coraggioso” come l’ha definito Stefania Zepponi. Ed è proprio con Zepponi che ho fatto la presentazione, poiché il podcast nasce dalla nostra collaborazione assieme a Clementina Verrocchio che ne è la voce.

Ringrazio la Libreria indipendente Sabot e il TNT per la presentazione a Jesi, Valentina Conti di Affinità Elettive per la presentazione ad Ancona e soprattutto Stefania Zepponi che mi ha accompagnato per quasi tutti questi appuntamenti.


Presentazione di Scissure a Montecosaro.

 

9 ottobre 2021

giovedì 24 giugno 2021

Presentazione al TNT di Jesi libro Alberto Spadolini, Apollo della danza


 

Mercoledì 30 giugno presenterò il mio libro Alberto Spadolini, Apollo della danza presso il csa TNT di Jesi, in collaborazione con la Libreria indipendente Sabot in una delle serate #Fuori dal centro alle ore 21. Qui sotto la locandina.







24 giugno 2021

martedì 4 maggio 2021

Presentazione online libro Alberto Spadolini, Apollo della danza

 


Il 29 aprile 2021, in occasione della Giornata Mondiale della Danza, ho presentato il mio libro online in diretta facebook sulla pagina della Casa delle Culture di Ancona. L'evento è stato organizzato dalla Casa in collaborazione con Hexperimenta.org. Ho dialogato con Giorgia Sestilli, bibliotecaria della Casa e Stefania Zepponi, rappresentate legale della Casa e di Hexperimenta. Ringrazio infinitamente entrambe.

Qui di seguito il banner pubblicitario dell'evento.

 

 

 


 

4 maggio 2021

Recensioni libro Alberto Spadolini, Apollo della danza

 

Fra marzo e aprile sono uscite tre recensioni del mio libro, Alberto Spadolini, Apollo della danza. Qui di seguito i link. Ringrazio di cuore le tre giornaliste.

 

https://giornaledelladanza.com/alberto-spadolini-apollo-della-danza-il-nuovo-libro-di-rosella-simonari-esclusiva/ (12 marzo 2021)


https://www.qdmnotizie.it/jesi-spadolini-danzatore-e-pittore-il-racconto-di-rosella-simonari/ (15 aprile 2021)


http://www.klpteatro.it/alberto-spadolini-apollo-della-danza-giornata-mondiale-della-danza (29 aprile 2021)

 

4 maggio 2021



giovedì 28 gennaio 2021

Alberto Spadolini, Apollo della danza

 Alberto Spadolini, Apollo della danza è uscito! Si tratta del mio secondo libro e riguarda il danzatore pittore Alberto Spadolini. Qui maggiori informazioni. Presto ne parlerò ancora.


28 gennaio 2021

sabato 12 dicembre 2020

Commiato

 

Scissure ci ha accompagnato per mesi in una serie di esplorazioni del mondo e delle sue circonvoluzioni attraverso gli occhi della danza. Abbiamo parlato di blackface con Domingo e della presenza e assenza di danzatori afrodiscendenti nel balletto con La Venere e la silfide e Misty Copeland. Copeland ha anche scritto un libro per bambini e abbiamo dedicato una puntata ai libri sulla danza per i più piccoli.

Abbiamo raccontato figure importanti come Merce Cunningham e il suo particolare modo di coreografare e Vaslav Nijinsky, che propose una immagine della maschilità fuori dagli schemi. Martha Graham, invece, creò un’immagine del femminile inusuale atta infatti a includere anche il maschile nella prima fase della sua carriera.

Abbiamo trattato coreografie significative come Man Walking Down the Side of a Building di Trisha Brown dove la forza di gravità viene sfidata, Il cortile dei Sosta Palmizi, dove la comunicazione entra in cortocircuito, Palermo Palermo di Pina Bausch dove la città respira un’aria desolata, Hunt di Tero Saarinen, dove l’arte multimediale entra in relazione con la danza e Medea di Abbondanza Bertoni dove il ruolo di madre della protagonista coesiste con quello di antimadre.

Abbiamo parlato di adattamenti, ossia il rifacimento coreografico di opere letterarie o di altro tipo, con esempi che spaziavano da Letter to the World di Martha Graham a Woolf Works di Wayne McGregor, fino a Carmen di Roland Petit e dell’omonimo film di Antonio Gades e Carlos Saura.

Abbiamo affrontato un altro fim, che ha fatto storia, Scarpette rosse, con il tema della follia inesorabilmente legato alla danza.

Abbiamo raccontato stili e tecniche diverse come il balletto con il binomio bambola ballerina e il butoh, danza giapponese dal carattere metamorfico.

Abbiamo infine indagato il tema del corpo come archivio, dell’accumulazione di informazioni che dà vita alla memoria muscolare e non solo e permette alla danza di esistere nella modalità in cui la conosciamo.

Ora Scissure vi saluta, sperando di aver mostrato come la danza stessa sia parte integrante del mondo e delle sue complicate sfaccettature, ma questo non è un addio, bensì un arrivederci, perché Scissure tornerà presto con nuove sorprese.

 

QUI si può ascoltare la puntata

 

12 dicembre 2020