mercoledì 11 settembre 2013

Che cos'è la storia culturale

Alessandro Arcangeli, Che cos’è la storia culturale (Roma: Carocci, 2007).


Una bella domanda, quella che si pone Alessandro Arcangeli nella sua concisa guida. Sì perché la storia culturale non è un campo di indagine ben definibile. Potremmo forse denominarla (Arcangeli stesso alla fine non dà una definizione precisa) una branca della storia che si concentra su aspetti che alla storia tradizionalmente intesa sfuggono, come la storia di un fiume o di una valle, come anche di pratiche tipiche della cultura popolare come il carnevale. Si allontana dalle grandi narrazioni della storia, come le battaglie o i cambiamenti politico-economici per analizzare aspetti anche legati alla quotidianità.

Il termine ‘cultura’ ha un peso preponderante ed è il risultato del lavoro di varie scuole di pensiero che si sono occupate e si occupano di storia culturale, a cominciare dalla Germania per continuare con la Francia, dove il termine è stato spesso soppiantato da alternative come ‘civilisation’. Punto di riferimento per entrambe e non solo è stato poi Interpretazione di culture (1973), lo studio dell’antropologo Glifford Geertz  per il quale la cultura è una ragnatela di significati e che la sua  “analisi non sia anzitutto una scienza sperimentale in cerca di leggi, ma una scienza interpretativa in cerca di significato”.

Cultura non significa quindi “un modello di conoscenza centrato sul riscontro di regolarità”, ma una serie di significati dai quali partire per capire ciò che siamo e come siamo. E proprio la contaminazione con discipline come l’antropologia ha portato la storia culturale ad interrogarsi sulle proprie metodologie e a dare un senso più ampio al termine stesso di cultura.

Su questo crinale si è sviluppato un modo particolare di fare storia che ha arricchito molto anche il panorama della storia culturale, la microstoria, che si concentra sull’analisi dei dettagli e non più sugli eventi di grande scala, come dimostra Il formaggio e i vermi (1976) di Carlo Ginsburg, che si occupa del processo ad un mugnaio del Cinquecento da parte dell’Inquisizione e mostra come il rapporto fra cultura alta e bassa fosse allora molto più articolato di quello che la storia classicamente intesa ci aveva fatto intendere. 

Arcangeli traccia poi un panorama storico del processo di studi che ha portato alla formazione di questa disciplina che ha poco più di vent’anni di età. Nomi importanti a questo proposito sono Gianbattista Vico, Jacob Burckhardt, Aby Warburg, Johan Huizinga, Karl Marx e Antonio Gramsci. Nel Novecento inoltre vi è la cosiddetta “svolta linguistica” che porta ad operare una riflessione sulla presunta oggettività del discorso storiografico a partire dal come lo storico racconta la storia. In questo senso il testo Metahistory (1978) di Hayden White rappresenta una svolta e un punto di riferimento.

Il volumetto prosegue con dei capitoli dedicati ad ulteriori studi sui quali la storia culturale affonda le proprie radici, come la storia delle idee proposta da Arthur O. Lovejoy, la storia delle mentalità con figure come Lucien Febvre e il significativo ruolo dei simboli oltre che il concetto di rappresentazione promossi da filosofi come Gilbert Durant.

Infine questa breve ma esaustiva carrellata si chiude con un capitolo dedicato alla metafora spaziale con esempi come quello della “storia dal basso”, ossia di “una rivalutazione dell’esperienza, della testimonianza e del punto di vista dei gruppi sociali subalterni e marginali”. All’interno di questa categoria si inserisce la storia di genere, “che, a partire dai primi passi mossi dalla storia delle donne, ha messo in discussione convinzioni e abitudini inveterate nella professione storica”, la storia del corpo, della cultura materiale e dei consumi, così come anche la storia dei mezzi di  comunicazione a cominciare dal libro e dalla trasformazione e rilevanza che la lettura ha avuto nel corso dei secoli. Arcangeli conclude parlando delle fonti iconografiche e di come una loro lettura critica sia ormai parte integrante della storia culturale.


11 settembre 2013