mercoledì 13 marzo 2013

Collisione di corpi – What the Body Does Not Remember di Wim Vandekeybus


COLLISIONE DI CORPI
What the Body Does Not Remember (Cosa il corpo non ricorda) di Wim Vandekeybus
Teatro delle Muse, Ancona, 22 febraio 2013.

 1987: Wim Vandekeybus crea What the Body Does Not Remember (Cosa il corpo non ricorda) per la sua compagnia Ultima Vez a Inteatro, Polverigi (Ancona). La coreografia ha un successo internazionale e dichiara il coreografo fiammingo una delle voci più interessanti ed eccitanti del panorama della danza contemporanea.
2013: Vandekeybus torna nelle Marche e presenta di nuovo questo pezzo che risulta altrettanto provocatorio e stimolante ed è accolto da un pubblico entusiasta.

I corpi entrano in collisione in questo lavoro pieno di energia. Corrono da un lato all’altro del palco, corrono uno contro l’altro, camminano, saltano e lottano freneticamente in un’atmosfera di instabilità e alienazione. Ci sono almeno sei differenti sezioni sottolineate da temi legati a movimenti, luci e oggetti. La prima sezione è assolutamente straordinaria, con due file di riflettori sui due lati del palco posizionati a terra e due danzatori che si muovono tra di essi. Il loro movimento poi cade sotto il controllo sonoro prodotto da una danzatrice che batte o anche sfiora le mani su di un tavolo in fondo al palco al centro. È un effetto ipnotico affascinantissimo.

Un’altra sezione presenta tutti e nove i danzatori del pezzo che interagiscono con dei mattoni bianchi di dimensioni differenti. Stanno in piedi sopra di essi, se li lanciano, li lanciano in aria, ci costruiscono delle piccole strutture. Se da un lato l’atmosfera ricorda quella giocosa di un circo, dall’altro lato l’incapacità dei danzatori di stabilire contatti duraturi crea un senso di disorientamento.

Il tipo di movimento creato da Vandekeybus sembra all’apparenza approssimativo e impreciso, aggressivo e veloce, ma è il risultato di una studio molto attento. In un’altra sezione i danzatori camminano dal fondo del palco a sinistra fino al proscenio a destra indossando, giocando con e lanciando asciugamani colorati. È un pezzo ironico dove il vestirsi e svestirsi rappresenta un escamotage ingegnoso e dinamico.

Vandekeybus è davvero bravo ad ottenere il massimo dagli oggetti, come mattoni o anche sedie, che rappresentano il cuore di un’altra sezione di nuovo caratterizzata da una buona dose di ironia. In una frase coreografica un uomo siede su di una delle due sedie bianche in scena e una ragazza arriva e si siede sulle sue ginocchia. Si addormenta ed egli si toglie la sua maglietta senza svegliarla. È un duetto tenero dove un insolito Vandekeybus emerge rispetto alle danze dure che mostra nel resto dell’opera. 

In ancora un'altra sezione vi sono tre coppie che mostrano una qualità di movimento drasticamente diversa, con le danzatrici che ripetutamente assumono la postura di stare in piedi con piedi e braccia in seconda posizione mentre i loro partner maschili toccano i loro corpi. L'insistenza di Vandekeybus su questa relazione tende a reificare un po' troppo il corpo femminile, le danzatrici avrebbero potuto eseguire lo stesso pezzo sui corpi dei loro parnter, ma non lo fanno. Secondo Judith Mackrell, "Vandekeybus non scrive in maniera particolarmente ingegnosa per le donne" e forse questo è un buon esempio.

E allora cos’è che il corpo non ricorda? È un movimento quotidiano tipo indossare un asciugamano, stare seduti su di una sedia? O è l’importanza di comunicare, di stabilire contatti fra le persone? Forse nessuna di queste cose e tutte quante allo stesso tempo. Ho davvero apprezzato la collisione di corpi e il senso di precarietà (ancora oggi così attuale!) implicito nel pezzo. Il lavoro è incredibilmente bello e idanzatori una vera meraviglia.

Questo evento è stato organizzato anche dall’Amat e dal Comune di Ancona.

Qui una clip del pezzo.

13 marzo 2013

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