giovedì 23 luglio 2020

L'umanità secondo Martha Graham


Un uomo è un uomo e una donna è una donna, ma un uomo è anche una donna, poiché quando diciamo uomini spesso ancora intendiamo uomini e donne. E le donne? E tutto quello che ci passa attraverso? Il genere è complesso, molto più fluido di quanto pensiamo e nella danza ha mille sfumature.

Fra la fine degli anni Venti e gli anni Trenta del Novecento, Martha Graham, prima di diventare Martha Graham, costruì un’umanità impersonata da figure femminili. In questo periodo la sua compagnia, denominata Group, era costituita di sole donne.

Nel 1929 compose Heretic, dove interpretava una donna in bianco, sovrastata da un gruppo di donne vestite di nero. Come ci dice Susanne Franco, questa era una coreografia “contro l’intolleranza”, in cui l’eretica si muoveva in modo fluido di contro al muro di donne dai movimenti meccanici. Nel 1930 creò Lamentation dove impersonava il dolore, rivestita di un tubo di stoffa viola che annullava la sua anatomia per tramutarla in linee cinetiche. Nel 1936 fu la volta di Chronicle contro la devastazione della guerra e la depressione economica, dove, di nuovo, Graham danzava con un esercito di donne dai movimenti decisi. Nella sezione “Steps in the streets”, le danzatrici camminavano per il palco con passi cadenzati e articolavano il corpo in pose vigorose.

Ma che tipo di donna rappresentava Graham? E qui entra in gioco il come, ossia come si muovevano queste danzatrici. La tecnica che Graham stava sviluppando si concentrava sul processo di contrazione e distensione del torso a partire dalle pelvi e, secondo Franco, era rivoluzionaria nella “rappresentazione del corpo femminile”. Per Agnes De Mille, Graham proponeva figure stilizzate, superumane e senza particolare connotazione sessuale. Erano un’umanità danzante. Inoltre Graham, in questa fase, si ispirava alla propria cultura statunitense il cui ritmo definiva come “ricco, pieno, impudente, virile”.

Nel 1938 con l’arrivo di Erick Hawkins, questa prospettiva cambiò e iniziò un’altra fase, diversa, ma altrettanto rivoluzionaria. Intanto, per quasi tutti gli anni Trenta, le donne di Graham furono anche uomini e molto altro, furono un’umanità che incarnava sul palco le sue visioni fatte di astrazioni e persone, individuali e collettive, potenti, carismatiche, fiere.

QUI si può ascoltare la puntata.


Per approfondire:

Chronicle, cor. Martha Graham (1936).

De Mille, Agnes, Martha – The Life and Work of Martha Graham (New York: Vintage, 1992).

Franco, Susanne, Martha Graham (Palermo: L’Epos, 2003).

Graham, Martha, “The Dance in America”, Trend – A Quartlerly of the Seven Arts, vol. 1, n. 1, March-April-May 1932, pp. 5-7.

Heretic, cor. Martha Graham (1929).

Lamentation, cor. Martha Graham (1930).

Simonari, Rosella, Letter to the World: Martha Graham danza Emily Dickinson (Roma: Aracne, 2015).


23 luglio 2020

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